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Catalogo 2011 (PDF)

Autori

Gilberto Bosco

Carte da musica

All’occhio inesperto di un musicista le Carte da musica di Dario Serra appaiono percorse da due costanti, da due diverse – ma non opposte – tentazioni: l’idea della misurabilità, l’idea della permutabilità. La prima è dichiarata fin dalla scelta del foglio pentagrammato: l’incolonnarsi dei righi, il gioco di linee e spazi, di pieni e vuoti sono una forma di misurazione, un metro ideale che con le sue scansioni organizza lo spazio. Tale organizzazione non è però esclusivamente grafica, è portatrice di storia e di riferimenti.

Questa struttura spaziale è insieme esaltata e rifiutata; sia che l’invenzione pittorica scorra accanto a pentagrammi intatti e accettati come una cosa data, sia che la tempera cancelli quasi la traccia di ciò che è sul foglio sottostante, sia che si tenti una interruzione – con segni o tagli o collages – della struttura iniziale: sempre assistiamo all’affermazione e alla negazione del materiale scelto, e per le caratteristiche stesse di quel materiale pare di cogliere l’eco di un confronto con la storia.

L’idea della permutabilità è un complemento necessario alla organizzazione preliminare dello spazio; stabilita una serie di vocaboli – dal grado zero del taglio al pieno orgiastico, passando come per una scala immaginaria: punto, curva, sinusoide, retta, angolo…- questi sono accostati, isolati, accennati o fraintesi secondo principi combinatori.

Ogni segno può mescolarsi con altri, o trasformarsi in altri o sovrapporvisi: la carta così rigidamente squadrata dai pentagrammi è percorsa dalle combinazioni, testimonianza delle quasi infinite permutazioni possibili. L’opera – scherzo della memoria? – rimanda ad altri schemi combinatori: al castello sadiano in cui i personaggi si accoppiano e si eliminano pressoché totalmente, alla biblioteca borgesiana in cui le lettere dell’alfabeto si permutano realizzando ogni libro mai scritto o scrivibile.

Le due costanti delle Carte da musica risolvono – insieme – in un sistema di segni in formazione, sorta di “ work in progress” aperto a esiti molteplici. Paiono però aspirare, tra tensioni e contraddizioni, non a puro gioco bensì, hegelianamente, a “un dispiegarsi della verità”.