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Catalogo 2011 (PDF)

Autori

Ushio Amagatsu

TRE TESTI

I

Quando si guarda qualcosa, accade che ci si ritrovi d’improvviso con la mente altrove, gli occhi nel vuoto. In questo stato è sempre possibile agire.

Bevete del thé. Continuate a fumare.

I sensi funzionano sempre. La pelle dappertutto nel corpo si trasforma in un occhio.

Lo sguardo nel vuoto, la concentrazione riunita in un punto focale, si azionano i muscoli facciali: cinque millimetri per un sorriso, cinque millimetri per un pianto.

Muovendosi con infinita cura.

All’interno del corpo, la trasformazione da più in meno da meno in più è sentita come la respirazione di un’altra creatura. Si prende coscienza della corrente incessante che percorre il filo teso tra le espressioni facciali e le emozioni.

In un movimento infinitamente misurato e curato.

II

Ho un amico che è molto piccolo. Non lo vedevo da tempoquando venne, una sera d’inverno, a farmi visita. Fuori la notte era fredda e striata di neve fusa. Scesi ad accoglierlo all’entrata della casa. Doveva essersi perso. Lo vidi di lontano qualche minuto più tardi, sotto la luce dei lampioni, intento a esaminare i muri sotto i portici. Vedendomi, affrettò il passo, il suo respiro una bruma bianca nell’oscurità. Probabilmente a causa della sua statura, come di consueto, non portava nulla nelle mani ma aveva gettato il suo zaino sopra la sua spalla. Stava sempre inclinato come per abbracciare un certo volume d’aria. Io stesso non sono alto ma piuttosto piccolo. Tuttavia quando parliamo, mi ritrovo naturalmente nel ruolo di un uomo più alto che guarda verso il basso. Tutti i suoi gesti sono minuziosamente studiati. Avendo dovuto essere più sovente spettatore che attore, egli si era vietato ogni movimento impulsivo. Nella scala a spirale, come all’assalto di una montagna, gravitò gradino dopo gradino, aggrappato alla rampa.

Il suo respiro irregolare tradisce la ristrettezza dei suoi polmoni. La scala si avvolge intorno a un vuoto. Il suo corpo come un blocco, i suoi occhi di vetro brillante, fluttuiamo dolcemente verso l’alto di questa scala interminabile, accompagnati dalla sua respirazione ansante. Mentre i miei occhi sono tesi verso il basso, la mia testa è trasportata sempre più in basso.

All’interno di una enorme conchiglia – miriadi di spirali si ergono, salendo e discendendo senza fine al ritmo del suo respiro.

La notte è silenziosa come il fondo dell’oceano.

Un insieme di conchiglie sul fondo dell’oceano .

La memoria è sospesa come una piccola bambola proiettata in un modello ridotto.

Un incontro atteso da tanto tempo con un uomo piccolo e riflessivo.

III

In piedi, tranquillo, sul bordo di una scogliera.

Guardo il mare.

Il mare è orizzontale e il mio corpo verticale.

Mi sdraio dolcemente.

Guardo il mare.

Parallelo all’orizzonte.

Il mio corpo è sdraiato, la superficie dell’acqua, da orizzontale, è diventata verticale. Tutto è trasformato. Una massa d’acqua verticale. Il mare è divenuto caduta d’acqua, il cielo uno spazio vuoto davanti alla cascata. Il sole una sfera bruciante che esce ed entra orizzontalmente nell’acqua. Come una bolla di calore che fluttua dolcemente e si trova aspirata da un muro. Lentamente delle navi risalgono o discendono la cascata d’acqua, dimentichi della loro pesantezza.

Il mio corpo come una cicala aggrappata a una roccia sporgente.

Posso mettermi in piedi.

Mettermi in piedi è essere perpendicolare alla caduta d’acqua: un tuffo nello spazio.